giovedì 23 ottobre 2008

Una certezza o una semplice Utopia?

Per questa settimana si è deciso di utilizzare la rubrica "Costruire tendenze" sotto un altro punto di vista: "Costruire il futuro".
Per fare questo però è inevitabile toccare l'argomento bamboccioni, termine molto in voga in questo periodo.
Bamboccione per davvero o per circostanza?
Bamboccione nell'accezione di uomo dal comportamento infantile e viziato, poco maturo o responsabile che non ha voglia di fare niente, oppure bamboccione nel senso di "povero sfigato" che non riesce ad andare a vivere da solo pur facendosi un "mazzo così"?
Tante persone si possono ricondurre alla prima categoria, ma ancor di più alla seconda.
Nella vita si può scegliere di fare tante cose: ad esempio finire le scuole superiori ed andare a lavorare come venditore, commerciale, operaio turnista, meccanico magazziniere ecc... (ovviamente tutti lavori a cui bisogna dare elevatissimo rispetto), o scegliere di andare a fare l'università per studiare una "professione".
Ecco fatto.
Una laurea con un buon voto e via nel mondo del lavoro.
E soprattutto via ad una vita nuova, un progetto, l'idea di vivere da solo.
Un'emozione incredibile, finalmente la propria "libertà".
Dimenticate tutto.
Perché? Si studia 5 anni per andare a fare una "professione" in cui si lavora su ritmi disumani (ok la gavetta ci sta), e soprattutto in cui si viene pagati due lire ed il più delle volte presi anche in giro.
Detto questo facciamo due conti: il biglietto del treno, il biglietto per la metropolitana, il pasto al bar, la benzina, le spese per il weekend, la cena con la "morosa"... le due lire son già andate in fumo.
Vivere da soli? E come si fa?
Comprarsi una casa è un'utopia, andare in affitto anche, visti i prezzi delle abitazioni e delle locazioni.
Forse sotto un ponte... Tralasciando questo aspetto, ci sono altre mille difficoltà nell'andare a vivere da soli.
Prendendo spunto dal reportage ironico "Lezioni di bilocale ampio soggiorno" di Marco Arrigoni, la vita con il cordone ombelicale staccato è una jungla piena di insidie.
A partire dalla scelta della casa.
Innanzitutto bisogna sceglierla, girare mille agenzie e visionare decine e decine di immobili... poiché c'è sempre chi vuole speculare e cerca di "fregare" la gente.
Bisogna valutare le proprie esigenze, cioè scovare le caratteristiche che si desiderano per la propria abitazione.
La presenza del box o del posto auto, la vicinanza ai mezzi di trasporto, il posizionamento ai piani alti, la luminosità, la presenza di balconi o terrazzi e di riscaldamento autonomo, oltre all'inserimento dell'immobile in contesti abitativi medio-piccoli, il posizionamento in strade poco trafficate e tranquille, la disposizione degli spazi interni.
Anche lo stato dell'edificio, gli impianti, il giardino, e chi più ne ha più ne metta.
Scelta l'abitazione inizia un altro film: il capitolato, il fuori capitolato, il mutuo (nel caso si decida per l'acquisto), il notaio, le pratiche per il rogito, i vari allacciamenti... E poi non si può certo vivere in un cubo bianco.
Bisogna scegliere gli arredi, l'illuminazione, gli elettrodomestici, la televisione. Praticamente un suicidio per il portafoglio.
Ma i problemi non sono finiti. La casa bisogna anche viverla, è il nostro nido.
Quindi è necessario tenerla pulita, curarla, e anche coccolarla.
"Agghindarla" secondo il proprio gusto e quello della propria compagna o compagno, ricevere amici, parenti... La vita poi continua, si cresce, il nucleo familiare aumenterà con dei bambini. La casa è importante quindi, bisogna guadagnarsela con la fatica ed il sudore, è una sorta dInserisci linki obiettivo per il futuro di tutti i giovani.
Le aspettative purtroppo non sono delle migliori, soprattutto vista la crisi economico-finanziaria.
Fare il grande passo diventa sempre più difficile.
Le difficoltà ci sono per tutti per carità, ma finché qualcuno non farà qualcosa per fermare i "furbetti" che se ne approfittano dei poveri precari, i bamboccioni avranno vita... lunga!!

Stefano Pulici

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