venerdì 4 luglio 2008

Eire: la fiera del Real Estate


A Milano il real estate è in fiera.
L’appuntamento imperdibile si chiama Eire, Expo Italia Real Estate, l’evento internazionale del real estate italiano e del mercato del Mediterraneo, giunto alla sua quarta edizione.
Si tratta di un’occasione unica nel nostro Paese, nata per favorire l’incontro tra gli operatori del settore, italiani ed esteri, le pubbliche amministrazioni e i professionisti del mercato immobiliare.
L’obiettivo da raggiungere, attraverso l’esposizione qualificata di business ed il confronto professionale, è attrarre investimenti ai fini dello sviluppo e della riqualificazione territoriale.
Il che vale a dire, in estrema sintesi, usando il titolo del convegno inaugurale che si terrà il prossimo 10 giugno, “L’Italia al centro dello sviluppo dell’Europa”.
“Partiamo dal presupposto che il real estate italiano è importante e di grande qualità - spiega Antonio Intiglietta, presidente e a.d. di Ge.Fi., organizzatore e promotore di Eire - ma è poco conosciuto dagli investitori soprattutto esteri per diversi motivi. Innanzitutto manca una reale politica di marketing territoriale capace di comunicare le interessanti opportunità di investimento che il nostro Paese offre. In secondo luogo le pubbliche amministrazioni difettano di chiarezza nei tempi e nelle modalità delle operazioni di sviluppo. Così come in certi casi la mancanza di trasparenza del mercato italiano rappresenta un'altra causa degli scarsi investimenti di capitali esteri”.
Problematiche che possono e devono essere risolte dal momento che l’Italia “rappresenta uno dei Paesi più interessanti per qualità della vita, infrastrutture, architettura, paesaggio, cultura”.
Eire pone all’attenzione degli operatori e degli investitori il Sistema Italia, in un momento in cui la classe imprenditoriale del real estate non può più essere quella dei “mattonari”.
“Il mercato di oggi richiede professionalità in tutti i diversi settori: dalla progettazione alla realizzazione, dallo sviluppo al facility management. Il real estate, diventando un fattore strategico per lo sviluppo dell'economia, può rendere l'Italia realmente interessante agli occhi degli investitori esteri.”
Mentre sul versante delle pubbliche amministrazioni, in che modo è possibile effettuare il "salto culturale" che valorizzi il territorio ed insieme gli operatori? “L’obiettivo in questo caso è avvicinarci ad uno standard di pianificazione urbanistica simile a quello di altri Paesi europei, anche se, prendendo in considerazione la realtà milanese, siamo già sopra la media: basti pensare che negli ultimi anni a Milano sono stati trasformati nove milioni di metri quadri. Lo sviluppo del territorio genera e produce: l’utilizzo di un’area può allettare o viceversa allontanare gli investitori.
La base da cui far partire il dialogo tra operatori e amministrazioni è fuori dalla logica della difesa del territorio ad oltranza e da quella del guadagno: si tratta più che altro di una vision corretta. Ogni progetto deve tener conto delle ricchezze e delle peculiarità di un certo territorio: il nostro ricco patrimonio storico diventa il modello esportabile all’estero della qualità dell’abitare futuro. Il nostro Paese si apre al dialogo con gli investitori esteri puntando a riqualificare le aree dismesse e quelle di degrado ed a valorizzare il patrimonio esistente nel rispetto del nostro dna territoriale.”
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