giovedì 24 luglio 2008
Nasce a Torino il PAV: Parco d'Arte Vivente
A Torino fervono i lavori in vista dell’apertura ufficiale del PAV, Parco d’Arte Vivente, “casa d’autore” pensata per ospitare sinergie di arte, natura e umanità, prevista per Novembre 2008.
Nelle intenzioni dei suoi ideatori, e in particolare del direttore artistico Nicolas Bourriaud, c’é il desiderio di creare un parco aperto al pubblico che sia anche un nuovo museo interattivo e un luogo d’incontro fra biotecnologie, arte contemporanea ed ecologia.
Non una semplice area verde, una cornice che si accontenti di ospitare progetti e installazioni bensì un’opera d’arte “totale”, uno spazio di ricerca nei campi dell’ecologia e del sociale, vale a dire del “vivente”, offrendo ai visitatori la possibilità di una partecipazione attiva alle esperienze artistiche e l’occasione di entrare in relazione diretta con la natura stessa.
Il PAV, con i suoi 2,5 ettari in zona Lingotto, sorge su un sito industriale dismesso e risponde anche all’esigenza di riqualificazione e riconversione del territorio: “il concetto di ‘restituzione’ é il leit-motif del progetto”, spiega Piero Giraldi, autore dell’istallazione “Bioma” all’interno del parco, “un territorio restituito al quartiere che da troppo tempo ha di fronte una discarica di materiali edili; alla natura, con tentativi di ri-creazione di habitat inesistenti in città, ma anche restituzione di uno spazio d’Arte capace di creare relazioni tra spettatori di ogni età e cultura”.
L’accesso al parco prevede il passaggio attraverso una ‘cellula ottagonale’ costruita secondo avanzati principi di architettura bioclimatica: l’edificio utilizza murature in laterizio alveolare, solette in legno di abete isolate con pannelli in vetro cellulare, un “tetto verde” e pannelli fotovoltaici che limitino il fabbisogno annuo di energia.
All’interno di questa struttura architettonica i visitatori potranno sperimentare un percorso esperienziale denominato “Biom”, vera anima del PAV, che si snoda in sei moduli, di cui tre già creati da Gilardi: “Rilievi di Natura”, “Giochi d’acqua” e “Mutazioni vegetali”.
La struttura del parco é formata da un prato prevalentemente pianeggiante, privo di percorsi pedonali tracciati, con ampie aree libere pensate per ospitare performance e installazioni d’arte; nelle diverse stagioni dell’anno sarà possibile “giocare” con la modellazione del manto erboso, creando contrasti con le aree non falciate per definire così percorsi predeterminati ma mutevoli, che colleghino le opere le une alle altre.
Tra queste, la scultura-architettura di Dominique Gonzalez-Foerster, “Tréfle”, un grande quadrifoglio (550 mq circa) ammantato di prato verde e interamente percorribile dal pubblico; ispirato alle chiese scavate nella roccia in Etiopia, é stato realizzato dall’architetto del paesaggio Gianluca Cosmacini.
Accattivante é anche il progetto “Immigration” di Francesco Mariotti che prevede la realizzazione, in un’apposita area del parco, di un biotipo idoneo a ricevere l’insediamento di una popolazione permanente di lucciole; in parallelo verrà creata un’istallazione luminescente di “lucciole artificiali” realizzate con led luminosi: al primo nascere delle lucciole si osserverà l’interazione tra le due, in un sorprendente connubio di arte e natura.
Questo incontro tra “tecné” e “bìos”, tra artificiale e spontaneo, tra scienza e arte, tra opera e pubblico è il proposito che animerà, anche in futuro, l’attività del PAV.
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