lunedì 28 luglio 2008

Il Poliambulatorio di Cesano Maderno: porta simbolica del sistema urbano


II primo aspetto da sottolineare è legato all’ubicazione nello spazio urbano.
La nuova struttura sanitaria sorgerà in piazza Monte Bianco, situata al convergere di alcune importanti direttrici urbane.
L’ambulatorio medico polispecialistico si trova in una condizione di massima accessibilità.
Le caratteristiche del sito lo rendono una “porta” simbolica di un sistema urbano di cui l’edificio è l’attestarsi verso il territorio, caratterizzato da una sequenza di episodi architettonici straordinari: nella fascia tra via Borromeo e via Garibaldi sono posti il Parco Storico, il Palazzo Borromeo, l’Esedra e i bastioni del canocchiale prospettico.
Proseguendo oltre, i due tracciati abbracciano il centro storico e lo collegano al parco delle Groane.
Il manufatto si pone all’incrocio delle due strade che intersecandosi creano un lotto di forma triangolare. Quella che potrebbe sembrare una limitazione diventa al contrario un’eventualità generatrice di una dialettica non scontata tra sito ed edificio.
Quest’ultimo, occupando quasi interamente la porzione urbana sulla quale sorge, ne assume la definizione formale e rastremandosi verso est si allarga verso ovest, plasmato dal flusso dinamico della percorrenza interna alla città.
Temi analoghi hanno generato progetti molto interessanti come il Flatiron Building a New York, il progetto per il grattacielo a pianta poligonale di Mies van der Rhoe a Berlino, la Torre Debis di Renzo Piano lungo Postdamer Platz a Berlino.
Il vertice della forma triangolare coincide con il punto di massima altezza dell’edificio e con il posizionarsi dell’antenna per le telecomunicazioni, diventando un landmark di notevole evidenza.
Ne deriva un’immagine di forte suggestione, caratterizzata da un senso di dinamico movimento e di avveniristica efficienza, amplificato dal tema sviluppato dall’involucro architettonico e dell’innovazione energetica declinata dai principi di bioarchitettura. Botton+Poratelli architettura e ingegneria (Doriano Botton, Alberto Poratelli, Claudia Botton, Matteo Veneroni, Davide Oltolini), Bovisio Masciago
www.studiobottonporatelli.it

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A Milano il primo progetto pilota di un residence per over 65


L‘Italia a breve sarà un Paese di vecchi ma sarà anche in grado di essere un Paese per vecchi?
Sempre più anziani, sempre meno giovani. Si chiama invecchiamento demografico, ed equivale “all’aumento, in termini assoluti e percentuali, della fascia anziana rispetto agli altri gruppi che compongono la popolazione e al suo totale”.
Il fenomeno, certo, non colpisce solo il BelPaese ma in generale tutte le nazioni industrializzate.
Al di là delle considerazioni culturali, è necessario analizzare soprattutto le implicazioni di natura sociale ed economica.
In particolare cresceranno esponezialmente le richieste di servizi socio-sanitari e di cura.
Tuttavia, l’associazione tra over 65 e malattia non è sempre corretta. Anzi, l’invecchiamento è correlato spesso ad uno standard di vita più elevato.
Si pone quindi un altro problema, quello della casa. é vero, la maggioranza degli anziani è in salute ma ha esigenze particolari.
C’è un’alternativa alla casa di riposo? “Stiamo lanciando il primo progetto pilota in Italia di un immobile residenziale indirizzato esclusivamente agli anziani, ovvero a chi ha compiuto più di 65 anni - ci spiega Roberto Pieri, broker titolare di Re/Max ALMA Project con sede a Bollate, l’agenzia che si occupa della commercializzazione dell’immobile - si tratta di 19 mini alloggi di nuova costruzione all’interno di una struttura dove è già presente assistenza sanitaria e servizi alberghieri.”
Gli appartamenti sono di diverse tipologie: monolocali, bilocali e trilocali e, rispetto alla casa di riposo, presentano l’innegabile vantaggio di vedere assolutamente garantita la propria privacy e la propria vita privata. Gli alloggi sono già dotati di cucina arredata, aria condizionata, servizio di telesoccorso 24 ore su 24 e posto auto ad uso esclusivo.
“L’appartamento così strutturato permette quindi all’anziano di costruirsi uno spazio personale, di gestire il proprio tempo e le proprie risorse, in altre parole di vivere in un ambiente che possa essere comunque chiamato casa, dotata se lo si desidera dei propri arredi che costituiscano un concreto legame di continuità con il proprio passato - continua Pieri - un altro aspetto interessante è l’ubicazione del complesso. Il condominio per over 65, realizzato dalla società di costruzioni Milano Welfare, si trova in una zona di Milano particolarmente servita: a 50 metri ci sono il centro commerciale Bonola ed il centro parrocchiale, luoghi importanti per sviluppare socialità.”
Il complesso residenziale è completato da aree verdi oltre che da una serie di servizi che normalmente si trovano in un residence (lavanderia, ristorante, etc.).
Ma quanto costano gli appartamenti? “Sappiamo che una questione importante è quella economica - risponde Pieri - per questo motivo le vendite non rigurardano la proprietà ma l’usufrutto. Questo ci permette di avere prezzi molto competitivi sul mercato e facilmente accessibili. La nuda proprietà resta alla società di costruzione.”
In questo caso figli ed eredi non potrebbero sollevare qualche obiezione? “Se l’anziano viene a mancare, gli eredi avranno diritto alla restituzione della cifra versata, diminuita di una somma pari a 370 euro per ogni mese di utilizzo dell’alloggio. Per i diversi aspetti ritengo che questo progetto rappresenti una delle realizzazioni più innovative rivolte a persone della terza età.”

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giovedì 24 luglio 2008

Biosostenibilità: il perfetto isolamento termico e acustico


Sempre più spesso si sentirà fare da chi cerca casa questa domanda: “a che classe appartiene l’edificio?
In Brianza sono sempre più numerosi i progetti che nascono per raggiungere standard elevati, come nel caso del cantiere Santaquilino, a Bovisio Masciago, in fase di realizzazione su progetto dell’architetto Luigi Legramanti, impegnato da tempo nel campo dell’edilizia sostenibile.
Gli edifici del nuovo quartiere avranno un basso consumo energetico: secondo la nuova certificazione appartengono alla classe B e andranno quindi a consumare meno di 50 kWh m2/a.
Il basso consumo garantisce vantaggi economici derivanti dal minor uso di energia e vantaggi ambientali dovuti alle più basse emissioni. L’utilizzo di criteri di biosostenibilità ha caratterizzato la progettazione di questo complesso residenziale, dove l’obiettivo generale è infatti la riduzione al minimo degli sprechi, salvaguardando l’ambiente e la salute di chi abita e fruisce dell’elemento casa.
Ulteriore finalità è quella di realizzare edifici il più possibile autosufficienti, riducendo all’essenziale l’acquisto di energia dall’esterno.
Va detto che l’Amministrazione comunale, in coerenza con le politiche di sostenibilità ambientale, ha contribuito a rendere attuabile questa iniziativa, dimostrando come i criteri di biosostenibilità potessero essere applicati anche in edilizia convenzionata.
La caratteristica clou, senza dimenticare la ventilazione di tutti gli appartamenti, le barriere acustiche sulle scale, l’acqua di alimentazione della linea non potabile che proviene da una vasca di accumulo in cui vengono coinvogliate le acque piovane, è rappresentata dall’impianto di riscaldamento e raffrescamento ad energia geotermica, il sistema di climatizzazione più innovativo, efficiente, economico ed ecologico che permette di riscaldare d’inverno, raffrescare d’estate e produrre acqua calda sanitaria.
L’architetto Legramanti, curatore di diversi progetti sostenibili, è tecnico bioedile ANAB (Associazione nazionale architettura bioecologica).
Contatti: archilegra@alice.it

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Nasce a Torino il PAV: Parco d'Arte Vivente


A Torino fervono i lavori in vista dell’apertura ufficiale del PAV, Parco d’Arte Vivente, “casa d’autore” pensata per ospitare sinergie di arte, natura e umanità, prevista per Novembre 2008.
Nelle intenzioni dei suoi ideatori, e in particolare del direttore artistico Nicolas Bourriaud, c’é il desiderio di creare un parco aperto al pubblico che sia anche un nuovo museo interattivo e un luogo d’incontro fra biotecnologie, arte contemporanea ed ecologia.
Non una semplice area verde, una cornice che si accontenti di ospitare progetti e installazioni bensì un’opera d’arte “totale”, uno spazio di ricerca nei campi dell’ecologia e del sociale, vale a dire del “vivente”, offrendo ai visitatori la possibilità di una partecipazione attiva alle esperienze artistiche e l’occasione di entrare in relazione diretta con la natura stessa.
Il PAV, con i suoi 2,5 ettari in zona Lingotto, sorge su un sito industriale dismesso e risponde anche all’esigenza di riqualificazione e riconversione del territorio: “il concetto di ‘restituzione’ é il leit-motif del progetto”, spiega Piero Giraldi, autore dell’istallazione “Bioma” all’interno del parco, “un territorio restituito al quartiere che da troppo tempo ha di fronte una discarica di materiali edili; alla natura, con tentativi di ri-creazione di habitat inesistenti in città, ma anche restituzione di uno spazio d’Arte capace di creare relazioni tra spettatori di ogni età e cultura”.
L’accesso al parco prevede il passaggio attraverso una ‘cellula ottagonale’ costruita secondo avanzati principi di architettura bioclimatica: l’edificio utilizza murature in laterizio alveolare, solette in legno di abete isolate con pannelli in vetro cellulare, un “tetto verde” e pannelli fotovoltaici che limitino il fabbisogno annuo di energia.
All’interno di questa struttura architettonica i visitatori potranno sperimentare un percorso esperienziale denominato “Biom”, vera anima del PAV, che si snoda in sei moduli, di cui tre già creati da Gilardi: “Rilievi di Natura”, “Giochi d’acqua” e “Mutazioni vegetali”.
La struttura del parco é formata da un prato prevalentemente pianeggiante, privo di percorsi pedonali tracciati, con ampie aree libere pensate per ospitare performance e installazioni d’arte; nelle diverse stagioni dell’anno sarà possibile “giocare” con la modellazione del manto erboso, creando contrasti con le aree non falciate per definire così percorsi predeterminati ma mutevoli, che colleghino le opere le une alle altre.
Tra queste, la scultura-architettura di Dominique Gonzalez-Foerster, “Tréfle”, un grande quadrifoglio (550 mq circa) ammantato di prato verde e interamente percorribile dal pubblico; ispirato alle chiese scavate nella roccia in Etiopia, é stato realizzato dall’architetto del paesaggio Gianluca Cosmacini.
Accattivante é anche il progetto “Immigration” di Francesco Mariotti che prevede la realizzazione, in un’apposita area del parco, di un biotipo idoneo a ricevere l’insediamento di una popolazione permanente di lucciole; in parallelo verrà creata un’istallazione luminescente di “lucciole artificiali” realizzate con led luminosi: al primo nascere delle lucciole si osserverà l’interazione tra le due, in un sorprendente connubio di arte e natura.
Questo incontro tra “tecné” e “bìos”, tra artificiale e spontaneo, tra scienza e arte, tra opera e pubblico è il proposito che animerà, anche in futuro, l’attività del PAV.

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sabato 19 luglio 2008

Sole: energia pulita

In questi ultimi tempi si è molto parlato di risparmio energetico, utilizzo di energie rinnovabili, di sistemi impiantistici che utilizzando adeguatamente queste energie “non consumano” e non inquinano.
Certo è che l’energia meglio spesa è quella non consumata o comunque derivabile da fonte naturale e quindi rinnovabile. I sistemi impiantistici che imbrigliano e sfruttano l’energia solare sono detti sistemi di rigenerazione, perché utilizzano l’energia radiante che il sole emana, permettendo di ottenere così un comfort negli edifici dove vengono installati durante tutto il periodo annuale.
Per spiegarmi meglio, prendiamo ad esempio i pannelli solari ed i pannelli fotovoltaici. Con i primi si può riscaldare l’acqua per uso idrico-sanitario; l’energia prodotta dai pannelli può essere accumulata in serbatoi come riserva e quindi poter essere utilizzati nel momento di maggior richiesta.
Attraverso degli scambiatori di calore quest’energia pulita può essere sfruttata da sistemi che attraverso pavimenti, soffitti e pareti producono il comfort ambientale sia nel periodo invernale che nel periodo estivo (pannelli a pavimento, soffitti radianti, etc. …).
La luce del sole può essere inoltre “catturata” attraverso delle celle al silicio e trasformata in energia primaria a basso voltaggio, inviata poi attraverso un inverter per l’utilizzo nei nostri ambienti.
Di pannelli fotovoltaici ne esistono di varie tipologie, in relazione al loro impiego ed efficienza (monocristallino, policristallino, pannelli al silicio amorfo, etc. …).
Possiamo comunque affermare concludendo che la tecnologia odierna è in grado di utilizzare al meglio l’energia pulita del sole attraverso sistemi e tecnologie, che, se integrate in un edificio ben progettato, ne possono evidenziare le caratteristiche di un buon abitare nel rispetto del risparmio energetico e del basso impatto ambientale.


Il termotecnico Gianluigi Aurelio Ambrosini
Libero professionista, Società di Progettazione: AB Project S.r.l. La ricerca maturata nei primi anni della sua professione presso un laboratorio di sperimentazioni macchine di un importante società nel settore della climatizzazione e l’esperienza progettuale ottenuta a capo della Thecnical Engineering Export Department, operante in vari Paesi europei, hanno permesso di costituire con l’attuale suo socio la società di progettazione AB Project S.r.l. in cui un gruppo di professionisti progettano e promuovono soluzioni tecnologiche innovative nel settore delle energie rinnovabili e del risparmio energetico. Oggi impegnati nella progettazione impiantistica di diversi edifici in classe energetica A CasaClima/Cened in tutta la Lombardia.
AB Project S.r.l., via Bosco Frati 5A, Dalmine (Bg), 035.373239, info@abprojectsrl.it, www.abprojectsrl.it

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Forbes presenta le "top houses"

New York, quinta strada.
Non vi viene in mente niente? Effettivamente non vi dirà molto, ma se guardiamo gli incredibili grattacieli della Grande Mela scopriamo che in uno di questi si trova la sede di Forbes, conosciuta da tutti come "la Bibbia del capitalismo", celebre rivista statunitense di economia e finanza fondata nel 1917 da B.C. Forbes.
Come la maggior parte di noi saprà, la rivista Forbes è "famosa" ed apprezzata per la stesura di alcune originali e ammalianti classifiche annuali: una di queste riguarda le case più belle e costose al mondo.
Costruzioni da capogiro che la gente comune può solamente sognare. Alcune di queste case le abbiamo viste in celebri film hollywoodiani, altre invece sono talmente care che da anni sono ferme sul mercato e le agenzie immobiliari di tutto il mondo non riescono a trovare un facoltoso acquirente che le trasformi nella propria dimora.
Chiudiamo gli occhi ed iniziamo il nostro viaggio intorno al mondo, districandoci tra infinite stanze, piscine, giardini che sembrano parchi e cose che forse non possiamo neanche immaginare si possano realizzare.
Al primo posto della classifica dello scorso anno si posiziona una proprietà storica: si tratta della mitica villa di Beverly Hills appartenuta al magnate dell'editoria William Randolph Hearst, il cui personaggio fu reso ancor più celebre dal film di Orson Welles "Quarto Potere". La tenuta di sei acri e mezzo che ha ospitato grandi personaggi dello spettacolo come Charlie Chaplin, Cary Grant e Greta Garbo, ma anche statisti e scrittori come Churchill, John Kennedy e George Bernard Shaw, è valutata 167 milioni di dollari.
La proprietà, costruita nel 1926 in stile mediterraneo, fu usata come set de "Il Padrino" nel 1972 ed è composta tra l'altro da 29 camere da letto, 40 bagni, tre piscine e una sala cinematografica.
Al secondo posto si posiziona un'altra celebre residenza: è quella che fu abitata nel medioevo dal principe "Vlad l'Impalatore", il mitico Conte Dracula. Questo castello costruito nel 1212 è circondato da 20 acri di terra.
Dotato di 17 camere da letto, oggi è stato adibito a museo dall'attuale proprietario Dominic von Hapsburg: il suo valore è di 140 milioni di dollari.
Al terzo posto la residenza inglese di "Updown Court" di Windlesham, nel Surrey, composta da 103 stanze è circondata da un immenso giardino che supera i 50 acri di terra. Questa dimora principesca che vale 138 milioni di dollari può contare 5 piscine, un campo da tennis, uno per lo squash, uno per il bowling una grande sala cinematografica, una pista di decollo e atterraggio per gli elicotteri, numerose scuderie per cavalli, una "panic room", un enorme garage dove è possibile parcheggiare fino a otto limousine.
Non ne avete abbastanza? Questo era solo il podio... La “medaglia di legno” va ad "Hala Ranch", l'ex proprietà dell'ambasciatore dell'Arabia Saudita in Usa il Principe Bandar bin Sultan bin Abdul Aziz, valutata 155 milioni di dollari, che si trova nella città di Aspen, in Colorado.
Questa proprietà è dotata di 15 stanze da letto, 16 bagni e una piscina indoor, diversi campi da tennis e numerosi altri divertimenti.
Noi, come dei piccoli bambini, continuiamo a sognare.

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martedì 15 luglio 2008

L'architetto: un mestiere in bilico tra tecnica e arte


“…..Il nostro mestiere è in bilico tra tecnica e arte e in bilico deve restare perché se lo separi o cadi da una parte o cadi dall’altra …” (Renzo Piano, 2000).
La “fase progettuale” è fatta di tanti stati d’animo contraddittori tra loro: è fatta di serenità e tensione, di calma ed energia, di lentezza e di rapidità.
Noi architetti dobbiamo renderci conto - ed esserne coscienti fino in fondo - che le nostre scelte condizioneranno per decine d’anni, se non per un secolo almeno, la vita di chi, con sacrificio, ha trovato rifugio nei nostri volumi e vive negli spazi che gli abbiamo creato. Per questo viviamo con lui, siamo in parte responsabili del suo umore, della sua salute, della voglia di tornare a casa.
Noi progettisti dobbiamo ritrovare l’etica e la morale, che ci consente di lottare per delle idee che intimamente sappiamo essere corrette ma che per paura e per pressioni esterne, rinunciamo anche solo ad esporre.
Il progetto non è solo tecnica ed efficienza energetica, oggi al primo posto, ma anche arte che deve ritornare ad esserne una componente al pari della tecnica.
La risoluzione dei problemi energetici non deve sottrarre energie alla ricerca di ciò che stimola serenità, gradevolezza, equilibrio, di cio’ che ci fa star bene quando guardiamo una casa e che ci porta ad avere pensieri positivi.
La nostra opera viene esposta, la gente inevitabilmente se la trova davanti agli occhi! Dobbiamo evitare di farci maledire ogni giorno per il modo con il quale comunica con la città o per il modo con il quale facciamo vivere gli occupanti.
Sì, la chiamo “opera” perché il progetto costruito è un’ “opera d’arte”, a volte riuscita, a volte meno, dietro la quale c’è un uomo che l’ha pensata, sofferta, disegnata e maestranze che l’hanno costruita.
Nulla è cambiato da millenni, il percorso è sempre lo stesso, solo che ora ci vogliamo un po’ meno bene e per questo sorvoliamo su quello che molti pensano superfluo, il bello!

L'ARCHITETTO FRANCESCO CLAUDIO DOLCE
Francesco Claudio Dolce è docente presso il Politecnico di Milano, Facoltà di Architettura e Società, (Tecnologie per l'igiene edilizia e ambientale - Tecnologia dell'architettura). Libero professionista, Studio Associato d'Architettura i3D (www.itredi.com) a Milano.
Da sempre alla ricerca di innovative soluzioni architettoniche atte a garantire un efficace risparmio energetico nel campo dell’edilizia civile, l'architetto Dolce ha curato diverse progettazioni di edifici certificati, tra cui recentemente il primo edificio plurifamiliare certificato A da CasaClima a Milano.
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Marocco: in viaggio verso il Sud


Superiamo il Mediterraneo e spingiamoci come Odisseo oltre le colonne d’Ercole. Ad aspettarci il Marocco.
Terra di spezie, aromi, colori ma anche di paesaggi e architetture particolari.
Se pensate di fare un viaggio tra le meraviglie delle città imperiali o se avete in mente un'avventura alla Marrakech Express, il film di Gabriele Salvatores della fine degli anni ottanta, non perdete l'occasione di soggiornare, almeno una notte visto i prezzi non del tutto economici, in un riad.
Si tratta di un'abitazione tradizionale marocchina disposta attorno a un cortile con giardino.
Fino qualche anno fa erano fatiscenti ma in molti, soprattutto europei, hanno deciso di investirci, riportandoli agli antichi fasti di un tempo, attraverso importanti opere di restauro che hanno fatto di alcuni delle vere e proprie "case d'autore".
Case, sì, perché l'impressione che si ha stando all'interno di un riad è quella di essere ospitati in un'abitazione. Questi alloggi, infatti, possiedono meno di una decina di stanze e servono per i loro ospiti selezionati una tradizionale colazione marocchina ogni mattina.
La pace, la tranquillità, il silenzio che proverete nella vostra stanza, finemente decorata dal gusto orientale, vi sembreranno appartenere ad un mondo diverso dalla vita caotica della medina, la città vecchia, dove comunque i riad sono "segretamente" collocati. Il giardino e gli appartamenti sono, infatti, nascosti e dai terrazzi scorgerete solo le altezze delle moschee.
La medina delle città imperiali marocchine vive la contraddizione tra la monumentalità dei luoghi sacri e la forma labirintica dei souq (i mercati), da cui neppure se siete dotati del migliore senso dell'orientamento riuscirete a districarvi.
Sorseggiando un té caldo alla menta su una terrazza di qualche locale all’interno della medina, osservate intorno a voi, sui cornicioni dei palazzi, la lunga fila di nidi di cicogne, che improvvisamente prendono il volo. Anche in questi interni domina la pace e la tranquillità, e vi sentirete rinascere con il rumore dell’acqua di sottofondo.
Poi, dopo una giornata trascorsa nel contrattare, fotografare e cercare di non perdervi, varcare l'ingresso del vostro riad sarà come fare ritorno a casa.
La prima cosa che noterete sarà l'assoluto silenzio: inspiegabilmente, come se le pareti dell'edificio siano insonorizzate, lascerete fuori le voci e i rumori che per tutto il giorno vi hanno accompagnato.
All'ingresso sarete accolti nel cortile quadrato con gli inconfondibili aromi di agrumi e tè alla menta. Strette scale vi condurranno ai piani alti, dove anche dai terrazzi all'aperto giungeranno affievolite le voci esterne. Qui potrete riconoscere dall'alto le cime dei palazzi che avete visitato, con i nidi delle cicogne, e delle moschee che avete solo scoperto.
Entrando nella vostra stanza, vi colpirà l'eleganza dell'arredamento e dei tessuti. I bagni decorati con maioliche colorate vi lasceranno senza fiato per la loro ricercatezza.
Riad, la protezione di una casa dai sapori orientali.

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venerdì 11 luglio 2008

Sostenibilità

Cosa si intende per sviluppo sostenibile? “Uno sviluppo in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni” (Rapporto Brundtland, 1987); sulla base di questo semplice ed efficace pensiero, si sono sviluppate in ogni campo delle strategie per porre in atto detto concetto.
In architettura si è intrapresa la strada dell’edilizia sostenibile, in quanto il nostro è uno dei settori dell’economia a impatto più elevato.
Quando un’architettura è sostenibile? Quando i materiali scelti per la costruzione sono a basso impatto ambientale durante tutto il loro ciclo di vita, dalla produzione allo smaltimento, autoctoni, evitando sprechi per i trasposti, naturali e composti con materie prime rinnovabili; la progettazione assume un ruolo fondamentale per indirizzare le scelte sin dal primo atto, quello dell’orientamento dell’edificio sino alla scelta del tipo di legno per pavimenti e finestre.
Rifacendosi alla teoria dell’architettura sostenibile, si sono sviluppati anche altri modi di fare architettura regolati da criteri dimensionali, distributivi e morfologici, ma anche dall’esigenza di interagire con l’uomo, con l’ambiente naturale e con il clima.
Bioarchitettura, architettura bio-ecologica, bioedilizia, architettura bio-climatica, biologia edile sono diversi termini, alternativi sebbene non siano sinonimi, che la pubblicistica ha individuato per definire quei modi di fare architettura impostati su studi e programmi che pongono l’accento sulla centralità del benessere dell’uomo anche nell’atto tecnico del costruire e che sono in grado di interpretare correttamente la globalità degli aspetti che concorrono a determinare la qualità abitativa.


L’architetto Francesco Claudio Dolce
Francesco Claudio Dolce è docente presso il Politecnico di Milano, Facoltà di Architettura e Società, (Tecnologie per l'igiene edilizia e ambientale - Tecnologia dell'architettura). Libero professionista, Studio Associato d'Architettura i3D (www.itredi.com) a Milano.
Da sempre alla ricerca di innovative soluzioni architettoniche atte a garantire un efficace risparmio energetico nel campo dell’edilizia civile, l'architetto Dolce ha curato diverse progettazioni di edifici certificati, tra cui recentemente il primo edificio plurifamiliare certificato A da CasaClima a Milano.

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Basso impatto ambientale: dalla patria del design il progetto verde

Siamo come nani sulle spalle dei giganti, sì che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non per l’acutezza della nostra vista, ma perché sostenuti e portati in alto dalla statura dei giganti». Guardare oltre insomma. E nel mondo della casa e dell’abitare qualcuno si è veramente messo sopra le spalle dei giganti. Stiamo parlando di Ecodialogando, una struttura nata nel 1995 per promuovere la sostenibilità ambientale in Brianza, in una realtà che in quegli anni appena iniziava a contemplare il termine "ecologia".
Fondata da Giulia Berruti, l’azienda è composta un team di persone che conta tra i suoi più stretti collaboratori anche tre bioarchitetti Carlo Zanella, Elisa Villa e Massimo Duroni.
Ecodialogando ha contribuito a fare cultura sul tema della sostenibilità ambientale con corsi di formazione, incontri, mostre ed eventi proprio in un territorio che è la patria del design e che nel 2009 si costituirà nuova Provincia.
Quali sono i programmi di Ecodialogando per il 2008? Innanzitutto due iniziative legate alla casa e al vivere eco. Habitat Clima, giunta alla sua terza edizione, è una mostra-convegno sul risparmio energetico e sull'edilizia sostenibile, prevista a Monza dal 3 al 5 ottobre 2008.
“Negozio verde” invece è un’iniziativa commerciale che si pone come obiettivo centrale quello di ottenere un punto di convergenza tra domanda e offerta nella diffusione di prodotti legati all'arredo d'interni che rispondano a criteri di eco-sostenibilità, attraverso il conferimento e la comunicazione dei marchi Negozio Verde e Valore Verde.
I soggetti potenzialmente interessati a questo tipo d'iniziativa sono le aziende, gli artigiani, i negozi d'arredamento e il pubblico in generale.
Indirizzato prevalentemente alle attività che già trattano prodotti a basso impatto ambientale o che desiderano avvicinarsi a tali prodotti, il marchio sarà di supporto anche a quelle aziende che hanno avviato processi migliorativi sul prodotto ponendo attenzione ai materiali con cui costruire il pezzo d’arredo: come ad esempio il tipo di legno, truciolare, vernici, collanti, riciclabilità, risparmio energetico, imballaggio. Partner dell’iniziativa è Progetto Lissone spa, a capitale misto, in cui la componente pubblica è rappresentata dall’Amministrazione comunale di Lissone, azionista maggioritario, mentre la componente privata è composta da 210 azionisti, in buona parte residenti ed operanti sul territorio di Lissone e della Brianza, che rappresentano le quattro categorie fondamentali nel campo dell’arredamento: Artigiani, commercianti, industriali, professionisti.
Una risposta concreta al bisogno da parte del pubblico che ricerca sempre più frequentemente prodotti in sintonia con l’ambiente per vivere il benessere nella propria abitazione e una guida seria ed affidabile in questo settore. Comitato tecnico scientifico del progetto sono l’Associazione IETI e Bioabitare.
Il negozio qualificato come “negozio verde” sarà riconoscibile attraverso l’apposizione sulla vetrina di targa/vetrofania con il logo “Negozio Verde”. All’interno del punto vendita sarà esposto un cartello con le principali caratteristiche dei prodotti “verdi”.
Se siete interessati ad esporre il marchio Negozio Verde potete contattare Ecodialogando, Viale della Repubblica, 69 a Lissone 039 2458413; info@ecodialogando.com.


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martedì 8 luglio 2008

Un nuovo istituto scolastico nel cuore del Campus

Esempio di edilizia pubblica che rispetta i tempi e i costi preventivati ed insieme opera architettonica impeccabile, tanto da meritare il Premio Ala Assoarchitetti 2006 under 40 all’interno del Premio Dedalo Minosse.
Si tratta del progetto commissionato dalla Provincia di Sondrio e realizzato da LFL Architetti (associazione di professionisti lecchesi che raggruppa Luconi Architetti Associati, Lavorincorso e Fumagalli Sergio architetto) per un nuovo istituto scolastico per l’istruzione professionale all’interno del campus.
“La scelta principale del progetto di concorso è stata quella di collocare il nuovo istituto nel cuore del Campus, definendo un asse centrale che costituisce il riferimento per l’attuazione del programma risolvendo il tema dei collegamenti funzionali tra gli istituti, della centralizzazione degli impianti e della dotazione di aree e strutture collettive a servizio delle scuole. L’impianto tipologico dell’istituto si riferisce alla necessità di estendersi longitudinalmente per riuscire a connettere le aree marginali del Campus.
L’edificio, sfruttando i dislivelli naturali del terreno, si articola inoltre in tre semplici corpi di fabbrica: un basamento organizzato a corte su cui affacciano i laboratori e nel quale sono disposti i locali tecnici, di archivio e supporto; un corpo longitudinale che contiene le 14 aule didattiche; un volume di tre piani che ospita l’atrio principale e gli spazi collettivi.”
Tre i materiali usati: il rivestimento in pietra grigia per il basamento dei laboratori; l’acciaio zincato per le scale di sicurezza esterna e verniciato per i profili dei serramenti; le superfici intonacate bianche per i volumi sovrastanti.
La grande vetrata orientata a nord individua sull’ingresso principale l’atrio a tripla altezza. Un sistema di frangisole a lamelle orizzontali in alluminio protegge le aule dall’affaccio ad est. Sottili fessure longitudinali evidenziano il corridoio delle aule caratterizzato da una seduta lineare e da uno spazio ricreativo centrale.
Info: LFL architetti, via IV Novembre 17, Galbiate (LC)
info@LFLarchitetti.it;
www.lflarchitetti.it

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Architectural linker: il nuovo modo di disegnare la tua idea di casa

Il vero lusso contemporaneo? Coccolarsi ed essere coccolati.
Non a caso la tendenza del momento è quella di essere accompagnati da un assistente personale che va dal personal shopper, per ogni tipo di acquisto, al personal trainer, per il benessere fisico.
E da oggi è nato anche il consulente del lifestyle. L'idea originale è venuta a Franca Maria e a Maria Angelica Cainarca, madre e figlia, che hanno messo a frutto esperienza, capacità e tecnica, acquisite nel campo dell'architettura d'interni e del design.
"La definizione del personal shopper dell'arredamento ci sembrava generica. Era necessario dare all'espressione più professionalità."
Per questo motivo è nata la nuova figura professionale di "Architectural linker". Sfogliando le riviste patinate, vi è mai capitato di innamorarvi della disposizione degli spazi di una casa, di un particolare gusto, o semplicemente di un oggetto? Spesso riuscire a trasformare il sogno in realtà è ostacolato dalla complessità organizzativa, dalla mancanza di tempo e dai contatti giusti.
"Linker significa appunto mettere in contatto. Nel seguire un progetto, dopo aver accompagnato il cliente nella scelta di tutti gli elementi, siamo noi a creare il collegamento con le aziende fornitrici."
Come operano le "architectural linker"? Il cliente definisce per ogni progetto un budget massimo, acquista direttamente al fornitore i prodotti, ottenendo uno sconto se possibile, e paga una percentuale della spesa complessiva alle sue consulenti. Ricerca di prodotti, fornitori, novità, tendenze, rapporti di pubbliche relazioni con i negozi più esclusivi di Milano e non solo, professionalità e attenzione verso ogni interlocutore.
"Solo dopo aver studiato il lifestyle, è possibile consigliare nella disposizione e nell'arredamento della casa, nel totale rispetto dei gusti di ognuno."
Un servizio assolutamente esclusivo e su misura nelle preferenze e nel budget di ciascun cliente.
E dove poteva trovarsi altrimenti lo studio di progettazione Cainarca se non nel quartiere più "creativo" di Milano? In zona Tortona, sede principe di tutti gli appuntamenti più cool del "Fuori Salone", operano dal 1992 Franca Maria Cainarca, fondatrice dell'azienda, insieme alla figlia Maria Angelica.
Lo studio ha acquisito una vasta esperienza nella scelta di materiali, forme e colori, utilizzando metodologie professionali e tecniche sempre al passo con le avanguardie tecnologiche, mantenendo un altissimo standard qualitativo. La ricerca continua, unita al nuovo servizio di "architectural linker", ha permesso di proporre un vero servizio di "chiavi in mano" nel campo del design e della progettazione della casa: dalla creazione di nuove strutture e complessi, alla ristrutturazione d'ambienti pubblici e privati, dalla scelta degli arredi alla decorazione vera e propria, dalla ricerca di nuovi materiali per l'architettura ed il design, alla realizzazione e la produzione di mobili, complementi d' arredo e oggettistica di ogni genere.
Senza dimenticare la prima passione di Franca Maria Cainarca: i sigari e i vini, prodotti per i quali lo studio ha progettato eleganti spazi di conservazione (cigar rooms e wine bar).
Addresses: Via Paolo Giorza, 1 - 20144 Milano
Tel. +39.02.8356124 Fax +39.02.89427664
www.cainarca.com

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sabato 5 luglio 2008

Architettura davvero audace in Brianza


Capita raramente di scovare un complesso “extraordinario” in Brianza, lontano dai modelli architettonici canonici, soprattutto nell’ambito residenziale.
Ad osare nell’incantevole cornice paesaggistica del Monte Robbio è stata l’architetto Tiziana Bosia, firma insieme al suo studio di Merate, di un nuovo complesso situato a Robbiate.
Il cantiere è sorto in prossimità del territorio dove un tempo era localizzata la cava. “Certamente, il progetto non ricalca il tipico intervento di villettopoli brianzolo - racconta l’architetto meratese - né la tipiche cascine lombarde o le case di corti.
Diciamo che la prospettiva è stata posta dall’interno verso l’esterno, per garantire la massima vivibilità.”
Non a caso chi visita il complesso, superando il primo impatto di sorpresa di fronte ad un’architettura decisamente non tradizionale, almeno per la zona in cui ci troviamo, resta favorevolmente stupito dalla progettazione degli spazi. Un’idea complessa che ha coinvolto non solo lo studio di architettura ma anche l’impresa realizzatrice.
“Il costruttore Bolis non ha mai lesinato per dare qualità al progetto, soprattutto nella scelta dei materiali, in cui siamo sostenuti anche dal parco dell’Adda.”
L’intervento consta di circa trenta appartamenti disposti su cinque livelli, e sebbene ci si trovi agli ultimi piani sembra sempre di stare ad un piano basso perché il complesso segue l’andamento della collina.
“Il progetto di Robbiate è stato il mio primo grande intervento”. Così l’architetto Tiziana Bosia chiosa la sua relazione sull’intervento presentato.
Iniziato quando aveva appena trent’anni, la “Cementifera” è un progetto al quale ha creduto sin da subito e al quale ha dedicato, insieme al suo gruppo, molte energie.
“Ancora oggi, a distanza di sei anni da quando l’intervento è stato approvato, ci stiamo lavorando”.
Potete contattare l’architetto Bosia presso lo studio A B A K Architetti & Ingegneri, che si trova a Merate (LC) in Piazza Italia. Info: 039 9906931.

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venerdì 4 luglio 2008

Eire: la fiera del Real Estate


A Milano il real estate è in fiera.
L’appuntamento imperdibile si chiama Eire, Expo Italia Real Estate, l’evento internazionale del real estate italiano e del mercato del Mediterraneo, giunto alla sua quarta edizione.
Si tratta di un’occasione unica nel nostro Paese, nata per favorire l’incontro tra gli operatori del settore, italiani ed esteri, le pubbliche amministrazioni e i professionisti del mercato immobiliare.
L’obiettivo da raggiungere, attraverso l’esposizione qualificata di business ed il confronto professionale, è attrarre investimenti ai fini dello sviluppo e della riqualificazione territoriale.
Il che vale a dire, in estrema sintesi, usando il titolo del convegno inaugurale che si terrà il prossimo 10 giugno, “L’Italia al centro dello sviluppo dell’Europa”.
“Partiamo dal presupposto che il real estate italiano è importante e di grande qualità - spiega Antonio Intiglietta, presidente e a.d. di Ge.Fi., organizzatore e promotore di Eire - ma è poco conosciuto dagli investitori soprattutto esteri per diversi motivi. Innanzitutto manca una reale politica di marketing territoriale capace di comunicare le interessanti opportunità di investimento che il nostro Paese offre. In secondo luogo le pubbliche amministrazioni difettano di chiarezza nei tempi e nelle modalità delle operazioni di sviluppo. Così come in certi casi la mancanza di trasparenza del mercato italiano rappresenta un'altra causa degli scarsi investimenti di capitali esteri”.
Problematiche che possono e devono essere risolte dal momento che l’Italia “rappresenta uno dei Paesi più interessanti per qualità della vita, infrastrutture, architettura, paesaggio, cultura”.
Eire pone all’attenzione degli operatori e degli investitori il Sistema Italia, in un momento in cui la classe imprenditoriale del real estate non può più essere quella dei “mattonari”.
“Il mercato di oggi richiede professionalità in tutti i diversi settori: dalla progettazione alla realizzazione, dallo sviluppo al facility management. Il real estate, diventando un fattore strategico per lo sviluppo dell'economia, può rendere l'Italia realmente interessante agli occhi degli investitori esteri.”
Mentre sul versante delle pubbliche amministrazioni, in che modo è possibile effettuare il "salto culturale" che valorizzi il territorio ed insieme gli operatori? “L’obiettivo in questo caso è avvicinarci ad uno standard di pianificazione urbanistica simile a quello di altri Paesi europei, anche se, prendendo in considerazione la realtà milanese, siamo già sopra la media: basti pensare che negli ultimi anni a Milano sono stati trasformati nove milioni di metri quadri. Lo sviluppo del territorio genera e produce: l’utilizzo di un’area può allettare o viceversa allontanare gli investitori.
La base da cui far partire il dialogo tra operatori e amministrazioni è fuori dalla logica della difesa del territorio ad oltranza e da quella del guadagno: si tratta più che altro di una vision corretta. Ogni progetto deve tener conto delle ricchezze e delle peculiarità di un certo territorio: il nostro ricco patrimonio storico diventa il modello esportabile all’estero della qualità dell’abitare futuro. Il nostro Paese si apre al dialogo con gli investitori esteri puntando a riqualificare le aree dismesse e quelle di degrado ed a valorizzare il patrimonio esistente nel rispetto del nostro dna territoriale.”
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