Un tipico appartamento cittadino di edilizia anni ’50 che non aveva mai subito nessun intervento di ristrutturazione, privo di materiali e di soluzioni interessanti... da un lato; le esigenze di una tipica famiglia del 2008... dall’altro lato.
Gli impianti e la distribuzione totalmente da rivedere e le necessità di vita molto diverse da 60 anni fa.
La richiesta formulata dai committenti, genitori e due figli, un maschio di 5 anni e una femmina di 7, erano di massima vivibilità in famiglia e con amici: soggiorno, cucina abitabile, 3 camere e 2 bagni. La distribuzione originale riportava la “zona di servizio” con un secondo ingresso dal vano scala, una piccola cucina, un bagno e un locale guardaroba con affaccio sul cortile interno, poco interessante e poco luminoso orientato a nord/ est, un soggiorno con ampia finestra e una camera matrimoniale con terrazzo affacciato su una bella piazza e orientati a sud/ ovest, più un’altra camera ed un bagno sempre con affaccio sul cortile interno. Molti metri quadrati persi in disimpegni e corridoi.
La progettazione prevedeva in ogni caso la demolizione dei tavolati esistenti e ha portato alla presentazione di sei diverse soluzioni.
Tra tutte è stata scelta quella che privilegiava la luce, la comunicazione visiva e fisica tra cucina e soggiorno e la vista sulla piazza verde e interessante, ottenendo però anche 2 bagni, una piccola zona lavanderia, 3 camere con cabine armadio sul lato meno luminoso ma molto silenzioso. Il progetto si sviluppa su un “asse” che dall’ingresso principale disimpegna tutte le stanze della casa, senza per questo apparire come un corridoio ma parte fondamentale del soggiorno.
La creazione di un lucernario, infatti, che simula una morbida luce naturale, e l’utilizzo di porte “rasomuro” ha portato all’annullamento totale dei corridoi. Il risultato è un appartamento che appare molto più ampio dei suoi 104 metri quadrati calpestabili pur rispondendo a tutte le esigenze di abitabilità.
Un’altra importante soluzione architettonica è data dalla creazione, con pavimentazione e verniciature verde, specchi laterali alle finestre e un serramento in ferro e vetro tra cucina e soggiorno, di una zona “veranda” in ideale proseguimento del terrazzo.
Immaginandola completata, piena di piante a terra e appese, questo toglierà all’appartamento “centralmente”cittadino ogni sensazione di mancanza di grandi spazi aperti e darà maggiore spunto di comunicazione tra interno ed esterno.
Studio Associato Tanzi Architetti
Architetti Gigi e Chiara Tanzi padre e figlia laureati al Politecnico di Milano nel 1962 e 1992. Specializzati in ristrutturazioni, arredamento, design, architettura dei giardini.
La sede del loro studio è a Monza, in una casa a schiera degli anni ’20 con orto e giardino.
Con l’attività di disegno industriale hanno progettato cucine, divani, mobili e lampade per le più note aziende.
Progettano ville, abitazioni private, strutture industriali, commerciali e uffici. Collaborano per le ristrutturazioni con costruttori e imprese. Seguono allestimenti di mostre d’arte e fiere.
Varie sono le pubblicazioni su riviste specializzate. Il loro approccio creativo è poetico e originale, attento alle piccole cose di tutti i giorni: una progettazione curiosa e libera, puntata su materiali, finiture e nuove tecnologie.
Manuela Stucchi
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mercoledì 10 settembre 2008
Tree Houses, una casa tra i rami un angolo di mondo tutto per sé
Una casa ecologica e costruita con materiali naturali ma anche hi-tech e dotata di tutti i comfort.
Potrebbe sembrare un'idea scontata, ma provate a immaginarla costruita su un albero.
Il sogno di evadere dalla quotidianità ha spinto ciascuno di noi, almeno nell'infanzia, ad arrampicarsi tra i rami per scrutare la realtà da un nuovo punto di vista e avere un angolo di mondo tutto per sé.
Ma ci sono bambini che restano sognatori anche da adulti: nascono così le case sull'albero che certamente sarebbero piaciute al barone Cosimo, creato dalla penna di Italo Calvino, che scelse di salire su un albero per non scendervi mai più.
Non immaginatevi delle semplici casette, come per esempio si possono vedere nei film, ma delle vere e proprie "case d'autore".
Nel 2005 il duca e la duchessa di Norhumberland hanno commissionato alla TreeHouse Co. la creazione della più grande casa sull’albero al mondo nei giardini del castello di Alnwick in Inghilterra, che ospita un lussuoso ristorante da 120 coperti, un negozio, due aule scolastiche, e due sale da pranzo private.
Molti i progetti che sono stati realizzati sia a livello europeo sia internazionale, ma in Italia? Nel Belpaese tutto è nato quasi per gioco da un gruppo di ex compagni di università, fondatori dell'azienda romana "lacasa sullalbero", ma ora i loro lavori sono richiestissimi anche all'estero. Ma cosa differenzia la loro attività dalle altre? Non si tratta di case costruite su sostegni "esterni", tipo palafitte, né di case realizzare "intorno" agli alberi, ma di vere e proprie abitazioni perfettamente funzionali, con elettricità, telefoni e bagni, tutto rigorosamente costruito rispettando le regole dell'ecosostenibilità.
Legno su legno è alla base di questi progetti, ma si fa ampio uso anche di altri materiali, naturali-vegetali (sughero, canapa, bambù, tessuti), plastici come resine e metalli, soprattutto negli interni.
È l’albero con il suo tronco, i suoi rami e le sue foglie a determinare la costruzione della casa e a suggerirne la tipologia: ogni tipo di albero può ospitare una casa differente.
La scelta della pianta viene effettuata con l'aiuto di un esperto di dendrologia (parte della botanica che studia le piante legnose), che ne valuta lo stato fitosanitario, per stabilire se sia staticamente adatta ad "ospitare" una casa, accertando la resistenza e la portanza del legno.
Per quanto riguarda le tecniche costruttive, è necessario precisare che l'albero non viene assolutamente inciso tramite chiodi, viti, ganci, chiavardine, tirafondi o quant'altro.
Viene utilizzato un duplice sistema di ancoraggio: morse regolabili permettono una manutenzione accorta non solo per la statica della struttura, ma anche per la salute dell'albero.
In linea di massima prevale la scelta di agganciarsi con dei cavi tiranti alle branchie superiori dei rami e delle biforcazioni e così sospendere le travature principali.
In questo modo la pianta non subisce alcun danno data la assoluta non invasività del sistema di sostegno.
Ma chi sono le persone che scelgono di vivere su un albero? Semplicemente clienti privati con disponibilità economica che desiderano realizzare il loro sogno d'infanzia ma anche alcuni Bed & Breakfast e agriturismi che vogliono offrire ai propri ospiti un soggiorno magico e fuori dal comune.
Insomma riprovare quelle sensazioni forti che solo un bambino conosce...
Stefano Pulici e Gaia Caprotti
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Potrebbe sembrare un'idea scontata, ma provate a immaginarla costruita su un albero.
Il sogno di evadere dalla quotidianità ha spinto ciascuno di noi, almeno nell'infanzia, ad arrampicarsi tra i rami per scrutare la realtà da un nuovo punto di vista e avere un angolo di mondo tutto per sé.
Ma ci sono bambini che restano sognatori anche da adulti: nascono così le case sull'albero che certamente sarebbero piaciute al barone Cosimo, creato dalla penna di Italo Calvino, che scelse di salire su un albero per non scendervi mai più.
Non immaginatevi delle semplici casette, come per esempio si possono vedere nei film, ma delle vere e proprie "case d'autore".
Nel 2005 il duca e la duchessa di Norhumberland hanno commissionato alla TreeHouse Co. la creazione della più grande casa sull’albero al mondo nei giardini del castello di Alnwick in Inghilterra, che ospita un lussuoso ristorante da 120 coperti, un negozio, due aule scolastiche, e due sale da pranzo private.
Molti i progetti che sono stati realizzati sia a livello europeo sia internazionale, ma in Italia? Nel Belpaese tutto è nato quasi per gioco da un gruppo di ex compagni di università, fondatori dell'azienda romana "lacasa sullalbero", ma ora i loro lavori sono richiestissimi anche all'estero. Ma cosa differenzia la loro attività dalle altre? Non si tratta di case costruite su sostegni "esterni", tipo palafitte, né di case realizzare "intorno" agli alberi, ma di vere e proprie abitazioni perfettamente funzionali, con elettricità, telefoni e bagni, tutto rigorosamente costruito rispettando le regole dell'ecosostenibilità.
Legno su legno è alla base di questi progetti, ma si fa ampio uso anche di altri materiali, naturali-vegetali (sughero, canapa, bambù, tessuti), plastici come resine e metalli, soprattutto negli interni.
È l’albero con il suo tronco, i suoi rami e le sue foglie a determinare la costruzione della casa e a suggerirne la tipologia: ogni tipo di albero può ospitare una casa differente.
La scelta della pianta viene effettuata con l'aiuto di un esperto di dendrologia (parte della botanica che studia le piante legnose), che ne valuta lo stato fitosanitario, per stabilire se sia staticamente adatta ad "ospitare" una casa, accertando la resistenza e la portanza del legno.
Per quanto riguarda le tecniche costruttive, è necessario precisare che l'albero non viene assolutamente inciso tramite chiodi, viti, ganci, chiavardine, tirafondi o quant'altro.
Viene utilizzato un duplice sistema di ancoraggio: morse regolabili permettono una manutenzione accorta non solo per la statica della struttura, ma anche per la salute dell'albero.
In linea di massima prevale la scelta di agganciarsi con dei cavi tiranti alle branchie superiori dei rami e delle biforcazioni e così sospendere le travature principali.
In questo modo la pianta non subisce alcun danno data la assoluta non invasività del sistema di sostegno.
Ma chi sono le persone che scelgono di vivere su un albero? Semplicemente clienti privati con disponibilità economica che desiderano realizzare il loro sogno d'infanzia ma anche alcuni Bed & Breakfast e agriturismi che vogliono offrire ai propri ospiti un soggiorno magico e fuori dal comune.
Insomma riprovare quelle sensazioni forti che solo un bambino conosce...
Stefano Pulici e Gaia Caprotti
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